Crisi della ristorazione: “Conte sbaglia, la crisi costa 8 miliardi all’Italia. Ecco cosa fare per uscirne”

Conte e il Governo stanno ignorando la pesante crisi che il settore della Ristorazione e del Turismo stanno attraversando. Una crisi che costerà almeno 8 miliardi di euro

Roma, 13 luglio 2020 – Conte e il Governo stanno ignorando la pesante crisi che il settore della ristorazione e del turismo stanno attraversando. Una crisi che costerà almeno 8 miliardi di euro, come affermato in uno studio appena pubblicato da Coldiretti, che stima in una diminuzione del 40% le colazioni, pranzi e cene fuori casa degli italiani.

Non avere inserito prioritariamente questi comparti nel ‘Decreto Rilancio’ è un grave errore sul medio termine, trattandosi di settori basati sulle vere ricchezze del nostro Paese che generano un indotto di decine di miliardi di PIL annuo”, spiega al riguardo Marco Lungo, esperto Crisis Manager della ristorazione.

Cosa fare quindi per aiutare gli operatori del settore ad uscirne fuori al più presto?

La ricetta proposta da Marco Lungo per gestire la crisi causata dal Coronavirus nella ristorazione e nel turismo è basata principalmente su questi punti:

  1. Detassazione del settore, partendo da una totale eliminazione dell’IVA per almeno sei mesi, da attuare subito per non perdere la stagione estiva in corso; ciò avrebbe effetto sui costi sostenuti dagli imprenditori ma soprattutto, di conseguenza, sui prezzi al pubblico, rendendo più convenienti le vacanze e la frequentazione dei locali di ristorazione;
  2. Concessione di una settimana di ferie aggiuntiva, a carico dello Stato, a tutti i dipendenti che siano stati messi in cassa integrazione. Come è noto il lavoratore cassaintegrato, per poter fruire del trattamento sostitutivo, deve esaurire prima tutte le ferie ed i permessi che aveva maturato: questo sta comportando che una grande massa di potenziali clienti non può di fatto andare in vacanza e ciò deve essere assolutamente evitato;
  3. Potente campagna pubblicitaria rassicurativa, inerente la frequentazione di ristoranti e di località turistiche, sia in Italia che all’estero, finalizzata ad aumentare l’afflusso di clienti;
  4. Sospensione di qualsiasi forma di tassazione del settore per almeno 8 mesi.

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